Alcide De Gasperi, Robert Schuman e Konrad Adenauer sono unanimemente riconosciuti come “Padri dell’Europa unita”. A loro va il merito di aver assunto a livello continentale la leadership del processo di unificazione politica europea. Una dimensione, quella continentale, che avrebbe compreso, non annullato, gli Stati, in una feconda convivenza tra popoli di lingua, tradizioni, confessioni religiose diverse. Dell’unità europea avvertono le ragioni storiche e, soprattutto, nell’unità europea vedono la pace e il superamento dei dissidi che avevano causato le grandi guerre del passato. Il loro impegno per la costruzione di un nuovo ordine europeo basato sul superamento del dissidio franco-tedesco e sulla nascita di un potere sovrannazionale europeo rappresenta una vera e propria rivoluzione – pacifica e basata sul diritto – nella storia dell’Europa.

Il loro operato è frutto di un comune sentire. Tutti, in quel momento storico, sentivano indistintamente l’esigenza di dare risposte immediate e concrete a un contesto internazionale nuovo, che obbligava a mettere fine d’un tratto alla guerra civile tra gli europei.

De Gasperi e Schuman sono uomini “di frontiera”; la loro formazione presenta molti tratti comuni. L’esperienza di uomini nati e vissuti in una regione di confine insegna loro a respingere i nazionalismi contrapposti e ad esaltare le autonomie locali come difesa dallo Stato centralistico.

De Gasperi nasce, nel 1881, a Pieve Tesino, un villaggio in provincia di Trento, nell’Impero austro-ungarico di Francesco Giuseppe. Vive in una “nazione” inserita all’interno dello Stato plurinazionale degli Asburgo, là dove, sin dall’epoca del Risorgimento e fino alla dissoluzione dell’Impero nel 1918, la questione più importante è quella di conciliare l’unità con la diversità, individuare i limiti del potere centrale, difendere i diritti delle nazionalità. La sua formazione culturale contribuisce in maniera determinante a farne un cittadino europeo. Studente dapprima a Trento poi a Vienna, acquisisce una conoscenza approfondita della cultura e della lingua tedesca oltre che di quella italiana e latina. Nel 1911 viene eletto al Reichsrat, il parlamento plurinazionale di Vienna, e l’anno successivo alle Delegazioni, il corpo legislativo comune per l’Austria-Ungheria. Con l’annessione del Trentino all’Italia dopo la prima guerra mondiale, De Gasperi diventa cittadino italiano e nel 1921 viene eletto deputato alla Camera nelle file del Partito Popolare di don Sturzo.

Schuman nasce a Clausen, in Lussemburgo, nel 1886, figlio di un ex cittadino francese di quella Lorena che l’Impero tedesco aveva strappato nel 1871 alla Francia, diventato da quel momento cittadino tedesco. Come nel caso di De Gasperi, il suo sentimento di appartenenza nazionale è dunque duplice, in questo caso nel contempo francese e tedesco. I suoi studi si snodano tra Lussemburgo e, nel periodo universitario, le città tedesche di Bonn, Monaco, Berlino, Strasburgo, dove completa gli studi in Giurisprudenza. Diventato cittadino francese dopo la prima guerra mondiale, nel 1919 Schuman, presentandosi alle elezioni nella sua Lorena natale, viene eletto deputato, carica che manterrà sino al 1940. 

Adenauer, a sua volta, ha molti tratti in comune con gli altri due uomini di Stato. Viene da un Paese, la Germania, storicamente caratterizzato da forti autonomie. Nasce nel 1876 a Köln (Colonia), di cui sarà borgomastro dal 1917 al 1933 e ancora nel 1945, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, che era stata unita alla Prussia nel 1815. Studia Diritto ed Economia a Friburgo, Monaco e Bonn, diventando avvocato e magistrato. Dal 1920 al 1933 presiede il Consiglio di Stato prussiano. È uno dei principali esponenti del Zentrum, il partito cattolico tedesco.

Tutti e tre sono cattolici praticanti e aderiscono a movimenti cristiano-sociali. De Gasperi sarà nel secondo dopoguerra tra i fondatori della Democrazia Cristiana, Schuman aderirà al Mouvement Républicain Populaire (MRP), Adenauer sarà fondatore e leader indiscusso della coalizione cristiano-democratica tedesca CDU-CSU.

Tutti e tre sono democratici, antifascisti e antinazisti e nel periodo tra le due guerre sono costretti ad allontanarsi dalla vita pubblica: De Gasperi è arrestato dai fascisti nel 1927, condannato a quattro anni di reclusione e graziato l’anno successivo, poi sottoposto a una sorveglianza speciale da parte della polizia sino al crollo del regime; Schuman viene arrestato dalla Gestapo nel 1940 per la sua attività a favore dei rifugiati e imprigionato, riesce ad evadere nel 1942 e rimane in clandestinità sino alla liberazione alleata nel ’44; Adenauer, dopo l’avvento del nazismo in Germania nel 1933, è esonerato da ogni carica politica e amministrativa e per due volte imprigionato, nel 1934 e nel 1944.

Formatisi alla dura scuola della prima metà del Novecento, che aveva conosciuto le degenerazioni del nazionalismo, i grandi conflitti mondiali, le dittature, nel secondo dopoguerra De Gasperi, Schuman e Adenauer pongono al centro delle loro preoccupazioni il tema della pace, nella convinzione che proprio l’Europa fosse chiamata a cercare e trovare soluzioni alternative alla politica di potenza. Da un lato, il cattolicesimo li spinge naturalmente verso il superamento del nazionalismo e verso una prospettiva universalistica, dall’altro, l’esperienza delle due recenti guerre fratricide europee li sprona a cercare gli strumenti adeguati al superamento della divisione in Stati nazionali sovrani e dell’anarchia europea. Al termine del loro percorso, arrivano a conclusioni analoghe: per porre le basi della convivenza pacifica, il nuovo ordine internazionale avrebbe dovuto affondare le proprie radici nel metodo democratico, nello spirito costruttivo delle intese, nel rispetto della libertà, e il diritto avrebbe dovuto essere innalzato al livello degli Stati.

Assunte nel dopoguerra le più alte cariche nei rispettivi Stati – De Gasperi è presidente del Consiglio in Italia dal 1945 al 1953 e ministro degli Esteri dal 1944 al 1946 e dal 1951 al 1953, Schuman è presidente del Consiglio francese dal 1947 al 1948 e ministro degli Esteri dal 1948 al 1953, Adenauer è cancelliere della Repubblica federale tedesca dal 1949 al 1963 e ministro degli Esteri dal 1951 al 1957 – dai loro sforzi congiunti prenderà avvio il processo di unificazione europea, dapprima con la creazione della CECA, poi con il tentativo di creare un esercito europeo (la CED) e, con esso, una Comunità politica europea. È questo l’obiettivo più alto per cui i tre grandi statisti si sono battuti all’inizio degli anni Cinquanta. Occorreva, a loro parere, costruire una “patria” europea, a cui gli Stati europei sarebbero stati chiamati a trasferire parte della loro sovranità, e realizzare una federazione europea basata sulla limitazione delle sovranità nazionali e sulla creazione di istituzioni costituzionali democratiche europee.

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