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De Gasperi aveva lasciato gli incarichi di Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, ma proseguì ugualmente nel suo impegno europeista. Alla Tavola rotonda organizzata dal Consiglio d’Europa a Roma, il 13 ottobre 1953, De Gasperi pronunciò un altro storico discorso sull’Europa unita.
Nell’intervista rilasciata il 2 novembre 1953 a Romain Maucebert del quotidiano francese « Ouest France », De Gasperi approfondì la sua visione degli Stati Uniti d’Europa, illustrandone le caratteristiche e le differenze sostanziali con gli Stati Uniti d’America. Inoltre, De Gasperi sottolineò come l’elemento unificante della federazione europea fosse la capacità di mantenere la pace, contrapponendo alle accuse di utopismo il metodo graduale basato sulla prudenza, attraverso cui era già stato raggiunto l’obiettivo di dar vita alla CECA ed era stata prevista la realizzazione della CED.
Nel suo intervento al Movimento Federalista Europeo del 19 dicembre 1953, a Roma, De Gasperi incoraggiò le nuove generazioni ad impegnarsi per realizzare l’obiettivo dell’unità dell’Europa.
«Noi preconizziamo l’Europa unita. È una cosa che dobbiamo dire, in modo forte e chiaro: noi lavoriamo per l’unità, non per la divisione, foss’anche in pezzi più grossi. […] Come italiano e cristiano non esiterei a dire che, nella sua parte migliore, l’Europa è già unita, è tutt’uno. Esiste una storia europea come esiste una civiltà europea. I governi devono mostrarsi più risoluti quando si tratta di sbloccare i loro paesi. Bisogna ridurre le barriere che si oppongono al movimento di uomini e delle cose, orientare tutto verso una cooperazione piena ed intera, verso una equa distribuzione; tutto ciò, come ho detto, nella pace. […]
L’unione degli Stati si fonda sull’unità delle nazioni non sulla loro disgregazione. […] Per quanto riguarda le istituzioni bisogna ricercare l’unione soltanto nella misura in cui ciò è necessario, e, per meglio dire, in cui è indispensabile. Preservando l’autonomia di tutto ciò che è alla base della vita spirituale, culturale, politica di ogni nazione, si salvaguardano le fonti naturali della vita in comune.
Quale deve essere la nostra parola d’ordine? A mio parere, l’unione nella varietà, la varietà delle forze naturali e storiche. Si potrà arrivare a questa direzione di marcia se si potrà marciare verso un nuovo umanesimo europeo; nel rispetto delle tradizioni, nello slancio verso il progresso, nell’esercizio della libertà».
(Discorso alla Tavola rotonda del Consiglio d’Europa, Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi)
«Molti pensano ancora che ciò è un’utopia. Non credo che sia un’utopia, se si affronta il problema con prudenza e gradualmente. La prudenza concerne soprattutto gli stati minori e in generale quando è in gioco il sentimento nazionale. Nulla di ciò che è propriamente nazionale, e con ciò intendo la tradizione storica, le caratteristiche della cultura, le qualità naturali dovrebbe essere toccato dall’organismo comune che avrà il dovere di rispettare e di fondare il loro prestigio sulla loro coordinazione. Nulla dovrebbe essere dichiarato comune al di fuori di ciò che è indispensabile alle comuni finalità: comunità di difesa, comune amministrazione militare e progressiva tendenza ai mercati comuni. Ciò non sarebbe possibile senza rinunciare almeno a una parte di sovranità nazionale. Procedendo come le sto dicendo è solamente una parte ma una parte indispensabile, di sovranità che sarebbe ceduta all’organismo comune. Le nazioni restano vive, si sviluppano, e la comunità agisce come arbitro in un ambito importante ma limitato».
(Intervista a Ouest France, Archivio Storico Ministero Affari Esteri, ASMAE)
«La causa dell’unificazione dell’Europa è troppo profonda e troppo nobile perché noi possiamo perderci di coraggio. I giovani debbono lavorare con fede, per quella causa, con convinzione e coraggio. Si deve svolgere un’azione assidua di incitamento dell’opinione pubblica e dello stesso Parlamento; i giovani pensosi del loro avvenire e dell’avvenire del Paese non debbono mancare a questa opera».
(Intervento al Movimento Federalista Europeo, Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi)