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La legge elettorale con premio di maggioranza sostenuta da De Gasperi fu approvata il 29 marzo 1953 e non c’era tempo sufficiente per poter presentare alle Camere il Trattato sulla CED prima delle elezioni politiche che si sarebbero tenute il 7 giugno. In un’intervista rilasciata al giornalista Robert Kleiman, della rivista “U.S. News & World Report”, il Presidente del Consiglio italiano spiegò che alla base sia della nuova legge elettorale, che del progetto federale europeo, c’è l’obiettivo dell’unificazione delle «forze democratiche».
«La riforma elettorale non va a vantaggio del mio partito. Credo anzi che il mio partito avrà meno seggi di prima. Ma sarà a vantaggio della democrazia in generale. Il mio obiettivo con la riforma elettorale è stato di unire le forze democratiche. Questo è l’unico modo per sconfiggere il comunismo. Lo stesso vale per l’Europa. Anche lì dobbiamo unire le forze democratiche. Il comunismo ha la forza dell’unità. Le forze democratiche sono difficili da unificare. Hanno tendenze politiche differenti. Ma devono unirsi. Questa è la mia idea fissa in politica interna e estera. […]
Unità significa pace. […] Se la Gran Bretagna e la Francia sono divise, se la Francia e la Germania sono divise, questo lavora contro la pace e la possibilità di evitare la guerra. È impossibile per Americani o Europei avere un grande esercito e difendere l’Europa, se gli stessi stati europei non sono convinti della necessità dell’alleanza. Ciò che lavora contro la pace è la divisione in Europa. […]
La questione principale è convincere Germania e Francia che il loro destino è un destino comune. Se si convincono e si accordano, il nostro problema principale sarà risolto. […]
L’unità in Europa può imporre una soluzione di questo problema. Se l’Europa è unita, la nostra unità spingerà i russi a giungere a negoziati pacifici su tutti i problemi dell’Europa. Questa è la mia speranza e ho il diritto di sperare. Forse è ottimismo. Ma questa è la mia politica. […]
La mia politica è evitare la guerra: possiamo farlo solo se siamo forti, se siamo uniti in Europa e abbiamo forza morale oltre che militare. Ma non si può riassumere il problema semplicemente in termini militari, in numero di divisioni. […]
Mi riferisco alla cooperazione, alla federazione, come progettata nei nostri piani di Unione europea. Lei conosce certo i nostri piani per un esercito di difesa europea. È più di un’alleanza. È fusione di eserciti. Assieme al pool carbosiderurgico del Piano Schuman, apre la strada alla unione politica dell’Europa […]».
(Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi; “Il Popolo”, 12 maggio 1953)