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Il 17 dicembre 1952, De Gasperi intervenne alla decima sessione del Consiglio Nord-Atlantico in corso a Parigi. Dopo aver espresso soddisfazione per la presentazione del Disegno di Legge per la ratifica del Trattato istitutivo della CED alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio ribadì la volontà del Governo italiano di proseguire con la realizzazione dell’Esercito europeo, nel quadro più ampio della difesa collettiva transatlantica e come presupposto fondamentale dell’unità politica dell’Europa. De Gasperi riconobbe che il testo del Trattato istituivo presentava aspetti suscettibili di essere migliorati, vista la complessità della materia regolata, ma riteneva anche che aggiustamenti potessero essere apportati nel corso dell’implementazione del Trattato stesso.
«Il governo italiano ha sempre ritenuto che la creazione della Comunità europea di difesa costituisce una realizzazione di importanza del tutto speciale sul cammino verso l’unità europea. È per questo che, seguendo la sua politica saldamente stabilita in questo senso, il governo italiano ha dato la sua più sincera adesione ai principi che hanno ispirato il governo francese nel proporre la creazione della suddetta comunità e a prestare tutta la sua collaborazione ai lavori che hanno portato alla firma degli accordi di costituzione della comunità. È nello stesso spirito che ho la soddisfazione di annunciare che il governo italiano ha sottoposto all’approvazione del Parlamento il detto accordo, confermando così il suo desiderio che tutto sia compiuto il prima possibile da parte dell’Italia perché gli accordi in questione entrino in vigore.
D’altro canto, nessuno può ignorare che persistono delle difficoltà e che esistono dei forti dubbi in seno all’opinione pubblica dei sei paesi – non esclusa naturalmente la nostra – [che] hanno il loro riflesso nei parlamenti nazionali. A tale proposito vorrei esprimere francamente il mio pensiero.
Il testo del trattato è un documento molto elaborato, che è il frutto di numerose concessioni reciproche ottenute attraverso molteplici difficoltà. Nulla di sorprendente che ogni Parlamento vi trovi materia di critica e degli aspetti degni di miglioramento. Il problema era troppo complesso e troppo difficile per poter trovare dal primo momento una soluzione ideale e perfetta. Ma affinché questo strumento possa essere perfezionato e adattato alle esigenze variabili delle opinioni pubbliche, esso deve esistere. Deve essere sperimentato attraverso l’applicazione pratica. Innegabilmente, ci troviamo all’inizio e non alla conclusione dell’evoluzione verso l’unità europea».
(Archivio Storico Ministero Affari Esteri, ASMAE)