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Il 17 marzo 1948, Gran Bretagna, Francia e Benelux (Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) firmarono a Bruxelles un trattato con l’obiettivo di dar vita a un accordo di autodifesa collettiva, che divenne noto come Patto di Bruxelles. L’Italia non venne inclusa nell’accordo per le riserve di natura politica nutrite nei suoi confronti dagli stati contraenti, ma lo stesso Alcide De Gasperi riteneva comunque prematuro per l’Italia prendere nuovi impegni in ambito militare. Il Paese doveva ancora superare le elezioni politiche che ne avrebbero determinato la scelta democratica e, inoltre, la sua adesione al Patto di Bruxelles avrebbe reso necessaria la revisione del Trattato di pace che lasciava l’Italia nella posizione di nazione sconfitta. D’altro canto, la prospettiva europeista faceva già parte della visione degasperiana della politica estera, come dimostra l’adesione all’Organizzazione Europea di Cooperazione Economica (OECE), considerata una priorità irrinunciabile dal Governo italiano.