La nostra Patria Europa

20 Novembre 1948

De Gasperi e «Le basi morali della democrazia»

A Bruxelles, il Presidente del Consiglio italiano, Alcide De Gasperi, intervenne al Palais des Beaux-Arts il 20 novembre 1948 su invito del Comitato per le “Grandes Conférences Catholiques”. Nel suo discorso «Le basi morali della democrazia», affrontò i temi della pace e della sicurezza nella prospettiva dell’unità europea.

[…] Il mondo oggi è in ansia perché avverte che libertà e giustizia sociale si difendono e si raggiungono solo in clima di sicurezza e di pace. Forse non è esatto parlare di sintesi del binomio “libertà politica e giustizia sociale”; è più vero parlare di trinomio: libertà, giustizia e pace; tutte e tre interdipendenti e solidali. Per salvare la libertà bisogna salvare la pace, ma il regime di libertà non si salva se non si attua la ricostruzione economica che è il presupposto della giustizia sociale. Il circolo è così chiuso e dimostra che tutta l’azione democratica deve puntare per le ragioni stesse della sua esigenza verso la pace […] Se è evidente che, qualora il deprecato ricorso alle armi divenisse una realtà, esso avrebbe un carattere universale e certamente europeo, non arrestandosi innanzi ad alcuna frontiera né terrestre, né marittima, né aerea, è pur chiaro che già oggi, pur senza guerra guerreggiata, la stessa pressione e gli stessi pericoli minacciano i nostri Paesi, senza distinzione di frontiera. Ecco che per resistere a tale pressione è necessario ricorrere alle energie ricostruttive di tutta l’Europa. […] costituire questa solidarietà della ragione e del sentimento, della libertà e della giustizia e infondere all’Europa unita quello spirito eroico di libertà e di sacrificio che ha portato sempre la decisione nelle grandi ore della storia. Questo è il compito primario di tutti. Lo spirito di solidarietà europea potrà creare, in diversi settori, diversi strumenti di salvaguardia e di difesa, ma la prima difesa della pace sta nello sforzo unitario che, comprendendo anche la Germania, eliminerà il pericolo della guerra di rivincita e di rappresaglia […]. Questa che segue il vostro esempio, amici belgi, è un’Italia nuova, piegata sulle dure esperienze della sua storia, che si è risollevata, cosciente delle necessità dell’ora e pronta ad imporsi, per parte sua, quelle auto-limitazioni di sovranità che la rendono sicura e degna collaboratrice di una Europa unita in libertà e democrazia. (AADG, FB, 1948, XXI, pp. 15763-15799)