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Dopo la firma del Trattato istitutivo della CED, De Gasperi non attese che i Parlamenti degli stati firmatari ratificassero il documento, ma decise di approfittare del momento propizio per accelerare la realizzazione del progetto di federazione europea. De Gasperi così avanzò la proposta di trasferire il mandato “costituente” di cui l’Art. 38 investiva l’Assemblea della CED all’Assemblea della CECA, che sarebbe entrata in vigore il 23 luglio del 1952, dopo la ratifica da parte del Parlamento italiano avvenuta il 25 giugno. L’idea trovò subito l’approvazione di Schuman e nel telegramma inviato all’ambasciata italiana a Parigi, il 2 luglio, De Gasperi confermò che il Governo italiano, d’accordo con quello francese, avrebbe proposto ufficialmente «di affidare […] interinalmente all’Assemblea CECA il mandato di cui all’articolo 38 del Trattato CED» (Archivio Storico Ministero Affari Esteri, ASMAE), nel corso della riunione dei Ministri degli Affari Esteri della CECA prevista a Parigi il 25-26 luglio. Tale decisione, fu confermata da De Gasperi in una conferenza stampa.
La proposta di anticipare l’applicazione dell’Art. 38 venne approvata ufficialmente al vertice del 9-10 settembre in Lussemburgo da tutti i paesi membri della CECA. Il 15 settembre, De Gasperi tornò a Strasburgo per un nuovo discorso all’Assemblea del Consiglio d’Europa. La politica europeistica di De Gasperi toccò in quel momento il suo apice. Il Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri italiano espresse soddisfazione per i risultati fin lì ottenuti nella costruzione dell’Europa, sottolineando la centralità della CED quale perno del progetto federale e della realizzazione dell’unione politica.
«Ma soprattutto nel nostro lavoro, è la volontà politica di realizzare l’Unione Europea che deve essere il fattore determinante, la forza di propulsione. La cooperazione economica è necessariamente un compromesso fra le esigenze autonome naturali di ogni partecipante e una volontà politica superiore. Se la realizzazione della solidarietà economica europea dovesse dipendere dalle formule di compromesso elaborate dalle differenti amministrazioni interessate, questo ci condurrebbe molto probabilmente a debolezze e contraddizioni. È la volontà politica unitaria che deve dunque prevalere. È l’imperativo categorico che bisogna fare l’Europa per assicurare la nostra pace, il nostro progresso e la nostra giustizia sociale che deve innanzitutto servirci di guida. Ed ecco la ragione per cui, come ho già detto, la Comunità di Difesa deve essere il nucleo centrale intorno a cui devono sorgere e svilupparsi gli altri legami federali o confederali che si stabiliranno tra gli stati nazionali, questi restando sempre dei corpi animati da una vitalità propria e originale, di una vitalità che sarà trasmessa soltanto in parte a un’Amministrazione centrale comune ed elastica. Sono queste alcune idee che potrebbero essere utili all’Assemblea del carbone e dell’acciaio per i suoi lavori; e ho piena fiducia che le sue proposte rappresenteranno una solida base per le decisioni finali degli Stati partecipanti».
(Dichiarazioni di De Gasperi all’Assemblea del Consiglio d’Europa, Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi)