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Il progetto della Comunità Europea di Difesa (CED) fu messo definitivamente a punto e il suo Trattato istitutivo poté così essere firmato a Parigi, il 27 maggio 1952, dai rappresentanti dei governi di Belgio, Francia, Repubblica Federale di Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. I partner europei non accolsero integralmente la proposta di De Gasperi, ma l’accordo raggiunto manteneva ugualmente una forte impronta federalista grazie all’inserimento dell’Art. 38 e avrebbe pertanto consentito di muovere i primi passi verso la creazione di una comunità politica europea.
Commentando alla stampa l’avvenuta firma del Trattato, il Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri italiano sottolineò come l’impegno sottoscritto sia «nato da uno sforzo supremo di assicurare la pace e creare la base dell’unità e della prosperità di una nuova Europa». Riguardo al contributo fornito dall’Italia, De Gasperi mise in evidenza la «lealtà e costanza» con cui il Governo prese parte «alle lunghe discussioni» che condussero «alla elaborazione del documento», confidando di «aver rappresentato […] le costruttive aspirazioni del popolo italiano che nello sviluppo della collaborazione internazionale e nella comunità d’armi cerca le vie della pace e del suo avvenire».
Per l’Italia, affermò infine De Gasperi, la CED rappresentava oltre allo «strumento di sicurezza», «due altri aspetti eminenti: l’uno che il trattato dovrà significare la pace definitiva e consolidata fra la Francia […] e una Germania democraticamente e liberamente rinnovata; l’altro che la comunità d’armi […] dovrà dare vita per necessaria evoluzione a una comunità politica ed economica più vasta e più profonda. […] La nostra responsabilità internazionale ci spinge ad invocare su questo atto che stiamo compiendo la luce di una grande speranza, che illumini e guidi il nostro cammino verso un’Europa libera e unita» (Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi).