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Dichiarazioni alla stampa,
Roma, 27 maggio 1952
Questo impegno semisecolare che in nome dei governi abbiamo ora sottoscritto è nato da uno sforzo supremo di assicurare la pace e creare la base dell’unità e della prosperità di una nuova Europa. Il Governo italiano ha contribuito con lealtà e costanza a questo sforzo e confida di aver rappresentato, partecipando in lunghe discussioni alla elaborazione del documento e apponendovi oggi la sua firma, le costruttive aspirazioni del popolo italiano che nello sviluppo della collaborazione internazionale e nella comunità d’armi cerca le vie della pace e del suo avvenire.
Il Parlamento di Roma, interprete di tali aspirazioni, esaminerà l’accordo alla luce degli interessi nazionali, coordinati alle esigenze e alle speranze del mondo libero, onde imprimere il suggello costituzionale all’opera della quale oggi poniamo le fondamenta. La democrazia italiana ravvisa nella Comunità di Difesa, oltre lo strumento di sicurezza, due altri aspetti eminenti: l’uno che il trattato dovrà significare la pace definitiva e consolidata fra la Francia, la nazione sorella alla quale ci stringono comune cultura e comuni sentimenti, e una Germania democraticamente e liberamente rinnovata; l’altro che la comunità d’armi, come abbiamo sempre affermato e nelle stesse formule giuridiche previsto, dovrà dare vita per necessaria evoluzione a una comunità politica ed economica più vasta e più profonda.
Certo la storia delle trasformazioni pacifiche procede per gradi e ogni nazione continuerà a svilupparsi secondo il proprio genio e la propria missione, ma la nostra responsabilità internazionale ci spinge ad invocare su questo atto che stiamo compiendo la luce di una grande speranza, che illumini e guidi il nostro cammino verso un’Europa libera e unita.
(Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi, Affari Esteri, XI, a, b, 1)