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Roma, 9 agosto 1951
[…] Se un fatto recente può dare caratteristica alla nostra politica, basta ricordare l’incontro con Adenauer. Nel comunicato si dichiarava: «nel corso dei colloqui sono stati esaminati tutti i problemi comuni ai due paesi, nello spirito di una sempre più seria organizzazione europea, spirito che così profondamente anima la politica del governo italiano, come quella del governo federale. L’onorevole De Gasperi da parte italiana ha riaffermato il desiderio di vedere al più presto la Germania reintegrata nella famiglia dei popoli liberi, per poter meglio contribuire alla causa della democrazia e della pace, in stretta unione con gli Stati interessati all’organizzazione e alla difesa della libertà e della pace. Il cancelliere da parte sua ha riconfermato la sua convinzione che la soluzione dei problemi attuali non potrà essere raggiunta senza superamento degli angusti nazionalismi e senza collaborazione di tutti i liberi popoli europei, collaborazione che ha già trovato la recente conferma ed espressione nella firma del piano Schuman. In quest’ordine di idee è stata riconosciuta una identità di vedute nel campo economico, sociale, culturale». E nel telegramma di congedo, il ministro degli Esteri riaffermava ancora «la nostra identità di vedute per una politica di pace, di libertà in Europa. Come me ella pensa – scriveva – risolvendo insieme con gli altri popoli d’Europa, con intima comprensione, i problemi della nostra civiltà, che è l’ideale più nobile e più antico della nazione italiana». Ed io stesso parlavo della difesa della pace e della democrazia in Europa, lieto della comunità di vedute che sola può salvarci dai ritorni di fiamma dei vecchi nazionalismi, come dall’insidia dei nuovi totalitarismi. Questa è la nostra opera per la salvezza dell’Europa. […]
(Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, I legislatura, Discussioni)