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Dichiarazioni alla stampa
Londra, 15 marzo 1951
Questo incontro è una prova che, quando esiste un vivo senso di buona volontà e di solidarietà, si possono superare non soltanto i contrasti nati dai recenti avvenimenti, ma anche le differenze naturali di temperamento e di tradizione storica. Queste ultime sono assai minori fra i francesi e noi, e perciò non fa meraviglia la rapidità della comprensione reciproca raggiunta a Santa Margherita. Si consideri tuttavia che si può giungere con spirito di larghezza e di equanimità, come si è giunti stamattina, a confrontare utilmente il nostro punto di vista continentale sull’unità europea come quello così profondamente insulare degli inglesi.
Con questa dialettica non solo non si sono approfondite le divergenze ma anzi ci siamo avvicinati ad una reciproca comprensione e direi alla capacità di superare tali divergenze, coordinandole in una unità che significa: la cooperazione internazionale, ma in particolare quella europea è veramente una necessità vitale. L’arte sarà quella di renderla efficiente e attuale, consentendo agli Stati partecipanti una diversa gradualità e anche una diversa intensità di rapporti fra il mondo inglese e quello europeo occidentale. Gli inglesi hanno convenuto che sarebbe una sventura per la stessa idea della collaborazione internazionale lasciar cadere il Consiglio di Europa che, comunque nato e comunque imperfetto, rappresenta la forma più naturale immediata e visiva di questa unità.
Ma qui a Londra tutti e due gli interlocutori hanno ammesso che la cooperazione internazionale va ricercata con due mezzi paralleli: quello dell’organizzazione di Strasburgo e l’altro, più tradizionale ma sempre indispensabile, degli incontri tra i governi. Si può dire che questo incontro di Londra accanto ad altri vantaggi che riguardano i rapporti italojugoslavi, potrà avere quello più ampio di favorire la solidarietà europea. È in questo senso che oggi, brindando alla colazione del primo ministro, ho detto la mia impressione che i ministri inglesi e noi abbiamo voltato una nuova pagina, augurando che questo lavoro possa progredire e diventare costante nel metodo ed efficace nei risultati.
(Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi, Carte Bartolotta, 1951, III, pp. 21002-21005; “Il Popolo”, 15 marzo 1951)